Achtung! Achtung!


La terribile minaccia di Zuckcoin

Questa nuova rubrica sarà aperta, come ovvio, a tutti coloro che scrivono su Zafferano, ma anche ai lettori, augurandoci che siano presenti in forze i nostri prediletti “Millenial” e “Generazione Z”.

Siamo circondati da minacce di ogni tipo, piccole o grandi, vere o percepite. Noi vogliamo dare l’opportunità a chi ha un’analisi su esistenti o potenziali minacce di esplicitarle in uno scritto, secondo il tipico approccio e linguaggio di Zafferano, notoriamente mite, frugale, prudente, senza valenze politiche e propagandistiche.

Come editore comincio io. Tratto la minaccia Zuckcoin (copyright del nostro Roberto Dolci). La considero terribile, è un’opzione che deve venir uccisa nella culla, ne va della nostra libertà. E’ un pericolo mortale per tutti, non si può permettere che privati si sostituiscano allo Stato nel battere moneta. Eppure, e qui sta l’arroganza, c’è già in corso una campagna pubblicitaria per il suo lancio, convinti che sarà approvata grazie al fuoco alzo zero delle lobbying. La campagna presenta Libra come una nuova moneta globale (in realtà si intende gli Stati servi dell’Occidente, non certo Cina, Russia, India). Guardate lo spot. Si vede un cielo con i colori dell’alba, al centro si staglia il brand Libra is for the word, la vision-mission è scritta in caratteri minuscoli “A stable global cryptocurrency built on a secure network”.

Il sogno di ogni azienda privata è di diventare un “monopolista, ma poiché non c’è limite ai sogni, il sogno di un monopolista, fatto e finito, è di diventare il “monopolista dei monopolisti”. Poi, oltre c’è solo Dio. Lo sosteneva il Ceo di Goldman & Sachs Lloyd Blankfein, stessa razza, altra epoca. Ma prima di diventare Dio, Blankfein si dimenticò l’ultima stazione: “battere moneta”. Battere moneta significa dominare il tuo mondo, significa, come Carlo Magno, nominare vassalli e valvassori, significa trasformare i cittadini in plebe e dominarli, significa farsi Re, Imperatore, Zar, Sultano. Questo era il Medioevo. Ed ora, rieccolo.

Da un paio di mesi, grazie alla rete, mi sono fatto una cultura sui minibot, all’inizio divertendomi tantissimo (trovo dilettevole le discussioni sul nulla), l’ho fatto leggendo tutti i tweet della grande comunità di economisti che staziona, come dicono i colti, H24 su Twitter. Non essendo un “competente” mi sono limitato a leggere e a imparare, non partecipo mai alla tenzone twittettara di costoro (mi ricordano Dante vs Forese Bicci Donati). Oltretutto non capivo se il tema “minibot” fosse lo scherzo di un buontempone lacustre o la follia di un gruppo di colti perdigiorno. Solo quando entrò in gioco l’oracolo di Francoforte capii che la consideravano una cosa seria. L’oracolo sentenziò l’ovvio “O è una moneta, e allora è illegale, o è un debito”. Nessuno avrebbe saputo dirlo meglio.

Giusta durezza sui ridicoli minibot ma perché non essere violenti su Libra? Questa sì è una minaccia, vera, terribile, pianificata. Siamo in presenza di una organizzazione di falsari che fa lobbying per creare e battere la nuova moneta dell’Occidente intero. Una ragazzata di neofiti la prima (oltretutto da sottoporre al Parlamento), un atto criminale la seconda. Invece nulla. Solo silenzio, silenzio, ora cominciano ridicole domande di informazione dei vari oracoli di Washington, di Londra, di Francoforte, di Tokio.

Possibile che non ci rendiamo conto che le persone perbene (noi) sono sotto un attacco culturale senza precedenti? Siamo stati educati, giustamente, a considerare reati gravissimi quelli contro lo Stato, criminali della peggior specie i falsari di moneta, i pirati e tutti i nemici dello Stato, cioè noi. E ci ritroviamo con falsari e pirati ai vertici del potere. Almeno mi sia permesso dire, fino a quando falsari e pirati non decideranno di tappare la bocca ai pochi non zombie in circolazione: malatempora currunt.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Giancarlo Saran (Castelfranco Veneto): medico dentista per scelta, giornalista per vocazione