Autococcodrillo


Scrivi il tuo coccodrillo

Le persone ricche e potenti fra i tanti privilegi hanno pure quello che un giornalista celebre scriva un articolo sul quotidiano per ricordarlo il giorno della sua morte. Essendo tutte le morti improvvise, per definizione, il pezzo viene scritto in anticipo, e costantemente aggiornato per essere pronto alla bisogna. In termini tecnici si chiama “coccodrillo”.

Deriverà forse dalla locuzione “versare lacrime di coccodrillo?” Immagino di sì, infatti è regola parlare bene del morto, ma per alcuni si eccede senza ritegno, rendendoli ridicoli.

Noi di Zafferano.news abbiamo fatto una scelta radicale, partendo dal principio che nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Il nostro sarà un autococcodrillo e uscirà lei/lui viventi.

Quindi i nostri abbonati-lettori, tutti rigorosamente non celebri ma perbene, si scriveranno loro stessi il loro “coccodrillo”. E Zafferano.news lo pubblicherà al quale, chi vuole con il proprio nome, chi con le proprie sigle, con un solo vincolo: non più di 1.500 battute.
Inviateli a editore@grantorinolibri.it


Nacque al contrario. Visse di traverso alla perenne ricerca della verità. Poco condivise, tutto offrì e di tutto fu sempre grata. Umilmente ritta come un fuso se ne è andata. Per inciso questo è ciò che fu ed è così che desideriamo serbarne il ricordo. Un tributo a chi la sintesi ha sempre apprezzato.
“Grazie a Dio.”

D. T. 1969


Erano cinquant'anni che ce la ripeteva - ricordano i tre figli Alberto, fotografo di mondi abissali, Lisa, attrice, e Sara, ricercatrice - un po’ come scherzo, un po’ come memento mori, quella battuta che suo padre un giorno gli aveva fatto quando aveva dieci anni: “Sappi che se io dovessi morire, in qualunque momento, sono pronto.”

Ho sempre vissuto secondo i miei principi, ho seguito la mia stella, ho ricevuto più di quanto avrei mai saputo sognare e sono in pace con me stesso e con il mondo, senza rimpianti, rimorsi o conti in sospeso con la vita". Una lezione di filosofia in 5 minuti, la durata del tragitto dalla zona residenziale dove abitavano al quartiere di case popolari dove suo padre aveva scelto di lavorare come maestro e poi come direttore e dove aveva voluto che suo figlio frequentasse la scuola elementare.

A questa idea di vita come regalo quotidiano era arrivato anche lui, classe 1976, dopo le ordinarie turbolenze dell'età giovanile che lo avevano portato dai successi alla facoltà di legge, all'abbandono della scuola notarile, alla mai decollata carriera di produttore di musica elettronica ad un paio di avventure imprenditoriali naufragate senza conseguenze. "Dalla nascita di Alberto, primogenito, le priorità si sono fortunatamente riordinate da sole - diceva - e il caso ha voluto che io abbia trovato impiego in un'azienda vicino a casa.

Così, tolto il paio d'ore prima dell'alba che dedico a me stesso con ginnastica e lettura, posso godermi pienamente lo stupore e la gioia quotidiana della mia famiglia". Sembrerebbe fosse pronto davvero.

Marco Piraccini 1976


Entrò nella vita in una famiglia povera ma felice. Ne uscì benestante, in una famiglia felice. Fu un ex di tutto: ex bambino ferito di guerra, ex balbuziente, ex operaio Fiat, ex CEO di multinazionale quotata a Wall Street. Troppo tardi nonno, giornalista, scrittore, blogger.

Creatore di Zafferano.news. Lo concepì come uno “spazio di libertà”, di pensiero, di parole, di scritti, per sopravvivere all’attuale ignobile “regime” del politicamente corretto, nel quale si è convinto che siamo precipitati.
Fortunato, al di là dei suoi meriti.
Scommette che le sue ultime parole saranno: “Pensavo peggio”

Riccardo Ruggeri 1934

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite