Musica in parole


Musica in cornice: suoni e silenzio

“La lotta tra Carnevale e Quaresima”, olio su tavola firmato da Pieter Bruegel ‘il Vecchio’ nel 1559, è un’opera magistrale raffigurante la piazza di un villaggio che brulica di figure ed è organizzata in due parti antitetiche. A sinistra feste, bagordi e musica; a destra penitenza, astinenza e silenzio.

Al centro un uomo grasso, simbolo dell’abbondanza del Carnevale, a cavalcioni di un barile fronteggia una donna smunta che rappresenta la Quaresima.

Il Carnevale ha al seguito musicanti di strada con strumenti poveri che posson fare più baccano che musica: una gratella, un coltello, dei bicchieri e il rommelpot, vaso in terracotta ricoperto da una membrana che uno stecco fa vibrare.

Dietro di loro altre figure folleggiano gaudenti; gli scenari e i simboli sono tanti, si fa teatro di strada e i personaggi cantano, danzano, suonano chitarrine e cornamusa.

Niente baldoria né musica invece nella parte destra del quadro dove l’atmosfera è pesante, i colori scuri e nel campanile le campane tacciono, legate.

Durante la Settimana Santa solo uno strumentino può farsi sentire per richiamare i fedeli alle funzioni: la tanavella, una tavoletta di legno con manico e batacchio. Bruegel lo dipinge in mano ai bimbi che accompagnano la vecchia Quaresima mentre sullo sfondo delle baldorie carnascialesche un falò brucia il fantoccio del Carnevale. Quest’atto, simbolo di rigenerazione ci indirizza al significato voluto dall’artista fiammingo nella sua opera.

La battaglia tra Carnevale e Quaresima non ha vincitori né vinti perché nella scena rappresentata tutto lascia presupporre un senso di ciclicità; guardando il dipinto si può infatti immaginare che Bruegel abbia voluto imprimere una ideale forma circolare, ciclica, ai personaggi e alle azioni soprattutto: la musica del Carnevale è destinata a spegnersi per far posto al silenzio quaresimale ma anch’esso finirà e cederà il passo ai canti dei riti pasquali.

L’inverno termina, la vita si risveglia, la musica ritorna a festeggiare la Pasqua e prosegue ad accompagnare le giornate delle persone e le ricorrenze dell’anno, fino alla prossima lotta tra i suoni sguaiati del Carnevale e il batacchio severo della Quaresima.

Poi, secondo un ciclo perpetuo, di nuovo le campane suoneranno a festa.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro