Oh – ce biele zoventût...*

E, proseguendo nella libera citazione dal cuore degli udinesi, gioventù come a Bruxelles non si trova in nessun posto. Chiedetelo a un arguto genovese, con ufficio di fronte al Parlamento Europeo, che si è inventato una serie di think-tank e centri-studi per analizzare "la società in divenire" secondo molteplici aspetti.

Gambadilegno nel computer

Il ricorso alle videoconferenze e alle piattaforme per riunioni on line ha sdoganato alcune regole di etichetta. Per quasi tutti gli uomini il massimo della formalità è ormai camicia e cravatta. Se no, camicia simplex collo slacciato ma discreto.

Il governatore olandese

La vocazione al governatorato del premier olandese è questione etnogenetica. Per cui, per favore, non scandalizziamoci più di tanto. I governatori, che sono un po’ meno dei viceré, hanno l’attitudine al comando, al percorso ordinato e prevedibile...

Volevo chiamarmi Gustafsson

Le prime mail erano scettiche: “Spero che questa mia La trovi bene, di questi tempi [current times]”. Poi, qualche giorno dopo i “times” sono diventati challenging, sfidanti; poi, con flemma anglosassone e prudenza slava si sono trasformati in demanding, esigenti.

La Casa Europa

Dice che prima o poi doveva emergere questa necessità. Non sembra né strano, né minacciante. Casomai, serve a prendere le misure di una realtà europea di cui non si parla volentieri nell’osservanza del galateo brussellese - la solita riservatezza assoluta, anche quando non serve.

Perdersi la faccia

Mi mostra il suo iPhone 11Pro Max da 1.605 euro più accessoristica scintillante e la foto che, richiamata, docilmente si mostra sullo schermo. Un passaggio pedonale affollato, un semaforo, due schermi grandi come quello di un iPad e due volti di persone, con nome, che hanno attraversato non rispettando le norme: giallo maturo? traiettoria ardita? passo lento? L’indagine dell’amica non si è spinta a capire di più: eravamo a Shangai, a giudicare dalla skyline e dai tratti dei reprobi.

So, this is the Christmas...

Già andremmo bene se chi, all’udire “Cantami o diva...” proseguisse canticchiando: “...dei pellerossa americani, le gesta erotiche di squaw pelle di luna”. Almeno per via traslata, la profonda cultura classica di Battiato ritroverebbe un brivido di vita e la citazione non andrebbe dispersa chissà come; chissà dove.

Perché partirà il negazionismo ecologico

In questa città, dove notoriamente è difficile tenersi un cecio in bocca e l’abbondanza di pettegolezzi e indisrezioni supera quella delle patate fritte by Chez Antoine, la friggitoria a pochi passi dalle sedi di Consiglio e Commissione Europea dove pure la Merkel fece la coda per gustrale, non s’è l’è filato per niente, o quasi. Nonostante qualche medium, traducendo dall’èstone un’intervista, lo avesse anticipato svariate settimane fa.

Timmermans e lo Slow Food

Per consuetudine, lui lo trovi il giovedì sul far della sera al Ginette, bar dedicato alla marca di birra col logo che assomiglia a Marylin. Si trova su Place Luxembourg, luogo dove si smerciano pettegolezzi, notizie, flirts e fotocopie e chiavette usb; e luogo fra i prediletti da lobbisti, stagisti, parlamentari, assistenti di varia natura e chiunque voglia mettere l’orecchio a terra per decodificare i brusii che moltiplicano e le mezze parole. Lì attorno hanno sede alcune fra le grandi compagnie di public-affairs, le consultancies con clienti che saldano fatture a sei cifre almeno, talora anche a sette.

Sarà pure una schifezza ma ci compete

Con quel nome, non poteva andare diversamente. Quando ti chiami Desiderius, scateni in chi legge, e di te studia e discute, una subliminale corrente sospesa fra l’onirico e la più recondita delle pulsioni. Quando poi per il fatto che viaggiavi in epoche dove muoversi era di per sé privilegio raro, stravagante e quindi straordinario, ti intitolano in virtù della tua curiosità e propensione all’empirismo, sebbene in chiave filosofica, un ampio e ambizioso programma formativo europeo... beh, davvero non poteva andare diversamente.