Cacciatori di aquiloni


I cuochi informatici, liberi e curiosi

Credo di aver iniziato in tenera età ad incuriosirmi dell’arte culinaria. Iniziai aiutando mia mamma quando preparava la salsa, mi ricordo che metteva non uno spicchio, ma un’intera testa d’aglio!

Siamo bergamaschi, ma era un’insegnate, ed aveva moltissimi colleghi/amici “terroni”, come li chiamava lei affettuosamente, i quali le avevano passato tantissime ricette del Sud Italia.
Col tempo anche io ho imparato a cucinare, anche se non sono un cuoco provetto...diciamo che me la cavo!

Ho iniziato trovando ricette sui libri di cucina, o amici mi hanno passato le loro. Le ho provate, alcune le ho replicate com’erano, altre le ho modificate, ripassandole a mia volta, agli amici che mi avevano dato la ricetta originale. In poche parole: è stato un modo semplice e piacevole per far circolare la conoscenza.

Può sembrare strano, ma in informatica avviene più o meno la stessa cosa.
Mi spiego meglio: ci sono “cuochi” che custodiscono gelosamente le proprie “ricette” (programmi e sistemi operativi proprietari), e “cuochi” che invece non hanno nessuna difficoltà nel passarti le loro (programmi e sistemi operativi liberi). La cosa importante è che se le modifichi, tu le metta a disposizione di tutti. Anche in questo caso, come per le ricette di cucina, si parla di circolazione e condivisione della conoscenza.

È sulla base di questo principio che tanti anni fa abbandonai programmi e sistemi operativi proprietari per passare a software e sistemi operativi liberi, perché, pur non essendo un informatico, sono una persona curiosa, un po’ ribelle, libera, ed ero stanco della solita minestra: in sostanza volevo provare nuove ricette.

Ma è sempre stato così, oppure un tempo tutti potevano “cucinare” tutto?  Cioè, tutti potevano creare nuovi programmi e condividerli con tutti? Fino alla fine degli anni ‘70 sì, poi arrivarono i “cuochi stellati”, (ovvero le multinazionali), i quali aprivano i loro ristoranti, ma custodivano gelosamente le proprie “ricette” (programmi e sistemi operativi), e purtroppo in parte anche oggi è così.

All’inizio degli anni ‘80 però, nacque una nuova generazione di “cuochi”, ossia dei programmatori, che, pur non essendo stellati, erano molto bravi e volevano fare in modo che le “ricette” fossero nuovamente accessibili a tutti.

All’inizio degli anni ‘90 poi, grazie a un “cuoco” (programmatore) finlandese di nome Linus Torbald, le cose cambiarono radicalmente: lui e un altro “cuoco” americano, Richard Stallman, riuscirono addirittura a scrivere un intero libro di cucina – Gnu Linux -, grazie anche ad altri “cuochi” informatici, pieno di ricette, cioè programmi e sistemi operativi liberi, donandolo al mondo.

Come nuovi Prometeo questi due programmatori, insieme a tanti altri nel corso del tempo in modo totalmente libero e gratuito, diedero, e tutt’oggi continuano a dare, la possibilità a tutti di essere persone libere nel mondo digitale, facendo sì che chiunque possa installare nel proprio computer sistemi operativi e programmi liberi. Ma è difficile? È una cosa complicata? No, per nulla: c’è sempre qualche “cuoco” disponibile a insegnare per il gusto di farlo.

Basta solo essere un po’ curiosi.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): lavora in banca, si occupa di software libero
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Franco De Pieri (Treviso): “el casoin”, un sarto del gusto
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Giancarlo Saran (Castelfranco Veneto): medico dentista per scelta, giornalista per vocazione