Dove vanno le auto a guida autonoma

Ogni tanto occorre tastare il polso di questo settore, specie oggi che le aziende cinesi stanno sbancando il mercato delle automobili elettriche: BYD ha superato Tesla e, specialmente, vende auto a prezzi decenti.  Purtroppo, le aziende tradizionali non hanno il controllo della filiera, fanno prodotti troppo cari e pesanti, che a causa dell’infrastruttura lacunosa non sono convenienti per una guida extra-cittadina. I produttori classici, europei ed americani, son costretti a ridimensionare la loro espansione EV, stan prendendo legnate sul mercato.

Sora Cielo

Con grande fanfara mediatica, ieri OpenAI ha presentato il suo nuovo prodotto di intelligenza artificiale, Sora, in giapponese cielo, viatico di leggerezza e beatitudine di questo nuovo robot. Potete rivederlo qui, per avere un’idea.

La depressione ai tempi dell’intelligenza artificiale

Depressione è un termine comune, come ansia, e può essere inteso nel senso comune del fenomeno passeggero e lieve, oppure in quello grave, normalmente chiamato “disturbo depressivo maggiore”, o “depressione clinica” (qui). Nel senso clinico del termine, quindi della malattia mentale diagnosticata da professionisti, la depressione conta circa 280 milioni di pazienti al mondo ed è un notevole problema.

Occhiali al posto dello smartphone?

In “Contro lo smartphone”, Juan Carlos De Martin riprende la storia e l’impatto di questo oggetto tecnologico che è sicuramente usato da miliardi di bimbi, giovani, adulti ed anziani in tutto il mondo. Dallo svago, all’espressione di emozioni, racconti, acquisti on line, transazioni bancarie, una parte consistente della nostra vita passa e viene controllata dallo smartphone. Che produrre un iPhone costi $10 e voi lo paghiate $1000, nella dimostrazione migliore di come siamo irrazionali nelle nostre scelte, nessuno si preoccupa.

Intelligenza artificiale e mondo multi-polare

Dall’invasione ucraina, con il seguito di sanzioni e contro-sanzioni, il concetto di mondo multi-polare è diventato comune: poco alla volta l’egemonia occidentale viene meno, perché i vincoli sul commercio internazionale e sui pagamenti costringe molti Paesi a far da sé. L’abbiamo già visto anche in ambito digitale: la Cina ha patito qualche mese per il mancato approvvigionamento di alcuni chip, poi ha capito come farne di equivalenti, se non migliori, con una tecnologia diversa. Tra le valute usate per lo scambio internazionale, il dollaro ha guadagnato qualcosina, l’euro ha perso assai, la valuta cinese è cresciuta molto.

Start-up a buon mercato

Questo articolo riprende dalla settimana precedente, dove ho descritto l’impatto di intelligenza artificiale e lavoro da remoto, analizzando la differenza abissale di costi e salari tra professionisti in USA, Europa del sud e paesi in via di sviluppo. Ripetiamo: chi pagherebbe $800 al giorno per uno sviluppatore SW, se lo stesso lavoro può esser fatto in Italia o Spagna a $120, o in Pakistan a $3? Babbo Natale sicuro, pochi altri.

Intelligenza Artificiale e sostituzione dei lavoratori

Nel 2023 il settore tecnologico USA ha licenziato 240.000 persone, infrangendo il record del 2001: la speranza per il nuovo anno era che questa mattanza si fermasse, ma iniziamo male. Nelle prime due settimane del 2024 ben 30 aziende hanno annunciato ulteriori tagli, lasciando a casa 4066 persone. Di nuovo i tagli riguardano aziende piccole e grandi, dall’intelligenza artificiale ai videogiochi alla robotica: non si salva nessuno.

Internet annoia

Chiudiamo il 2023 con un bilancio digitale: internet annoia. Dopo anni di espedienti psicologi per attrarre la nostra attenzione, dell’arrivo di nuove applicazioni sempre più divertenti, sembra che cominciamo ad annoiarci.

Cosa succede al settore digitale?

Quest’anno il settore tecnologico USA ha licenziato 240.000 persone, infrangendo il record del 2001. Le grandi aziende, Microsoft, Meta (Facebook), Google, Amazon, continuano a far benissimo in borsa, ma hanno licenziato decine di migliaia di lavoratori in più riprese: cosa succede? È solo colpa dell’avidità degli azionisti e loro CEO con la felpa, di particolari condizioni del mercato del lavoro, o si nasconde qualcosa di tecnologico dietro a questa dinamica?

Hacking della mappa del DNA

In questa rubrica ho spesso sconsigliato di dare il proprio DNA a quelle aziende digitali che promettono di trovarti il bis-bis-bis-trisnonno e ricostruire l’albero genealogico fino a qualche sperduto cavaliere del medioevo. Venerdì scorso, una delle aziende più famose del campo con 14 milioni di clienti nel database, ha annunciato di esser stata hackerata: un bel guaio.